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Alle antiche, collaudate ed universalmente accettate frasi fatte: "Tizio è una buona tavolozza", "Caio è un buon pennello", ecc. , si aggiunge e diventa sempre più familiare, una coniazione di nuova generazione: " b.Teo (alias: Matteo Basile) è un buon mouse". Prevedibile conseguenze , questa, di una evoluzione del linguaggio applicato alle nuove tecnologie. Ciò detto, è indispensabile aggiungere che, così come Tizio non ha soltanto delle buone e particolari doti di "mescere" il colore e Caio soltanto quello di una eccellente maestria nello spennellare le superfici, b.'Teo può ritenersi a tutti gli effetti all'avanguardia nelle nuove tecniche e sperimentazioni dei mezzi e dei materiali applicati all'Arte.
Conosciamo bene b.'Teo. Lo seguiamo anche quando non "guida il mouse": con i mezzi e gli strumenti tradizionali, ci affascina con l'essenzialità nel figurativo e ci coinvolge emotivamente con quel suo monocromatismo di drammatico contenuto tematico.
Operare in Pixel è affascinante, ma anche arduo nello stesso tempo. In modo particolare quando a dettare vi è una coscienza artistica di catalogata genesi come lo è per b.'Teo.

Dedalo Decio



"L'artiste est celui qui crée des signes. Un signes pour chaque chose."
Questa frase continua a perseguitarmi in tutta la sua semplice profondità. L'artista è colui che crea dei segni, un segno per ogni cosa.
Credo che sia la definizione più appropriata, l'essenza dell'artista: creare segni. Segni di musica, segni di parole, segni di pittura, d'arte visiva.

Matteo Basile ( b.'Teo ) e i suoi segni che raccontano odori, suoni ed emozioni.
Un'identità definita e un proprio stile in continua evoluzione-sperimentazione, corrono a braccetto sulle sue opere. Pennelli e byte. Generazioni a confronto.
La passione trasmessa dal nonno pittore, Ila Vincenzo Greco si tasta profondamente in quei tratti, in quelle tele con colori tenui, paesaggi di un mondo che non riusciamo più ad osservare in tutta la sua consapevole bellezza.
Nei byte tecnologici, parto di una curiosità, l'astratto spontaneo correre dei sensi.
Non si può racchiudere in gabbie di parole, l'arte. Si può delineare, forse.
b.'Teo e la sua arte sono paragonabili all'introspettivo fluire di un fiume.
Un torrente che urla e s'addormenta in uno scorrere infinito tra i profumi e i suoni, tra i colori e il gusto della tradizione e del futuro di una delle più belle regioni d'Italia.
Un fiume Silenzioso e Calmo, di un Romanticismo perduto.
Fragoroso, Estremo, Irruento.
Vero.

Luca Zannier



[...]In questa occasione espone al pubblico per la prima volta i suoi bozzetti, vedute e paesaggi che sono per lo più di formato cartolina, 12 x20 cm, perché vanno letti come pagine di diario, annotazioni di un viaggio ideale in cui Matteo Basile fissa le impressioni ricevute dal bagliore infuocato del tramonto, dal magico fascino delle piramidi d'Egitto, dal frastuono inebriante di una metropoli americana, dai ponti e dai riflessi nell'acqua di Venezia, dalle architetture sobrie e farinate ad un tempo di Urbino. Perfino i muri delle antiche case su cui si posa un raggio di sole, la superficie materica dell'intonaco, un'ombra fuggitiva vengono interpretate e messe in risalto come se avessero un'anima segreta. Matteo Basile rifugge dalla facile oleografia, dal freddo accademismo; grazie agli insegnamenti del nonno pittore infonde nei suoi dipinti una vena di freschezza e di stupore che gli derivano dal suo occhio curioso capace di catturare immagini ora lievi e delicate, ora misteriose e romantiche. Così ne "Il giocatore di golf" l'artista ferma come in un flash una scena in movimento e ci restituisce l'atmosfera di un attimo di svago "en plein air". Nelle sue opere Basile evidenzia un temperamento contemplativo che gli deriva da un rapporto col mondo sereno, non conflittuale.

Paolo Orsatti




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